
Cosa fare a San Francisco in 3 giorni: giorno 1
“Elena, cosa mi consigli di fare a San Francisco?”: è la domanda che mi viene rivolta più spesso quando qualcuno mi dice che sta per passare qualche giorno in città.
Ho pensato allora di condividere con te, in tre episodi, le mie tre giornate perfette a San Francisco: se seguirai questo percorso, vedrai la maggior parte dei luoghi imperdibili della città, insieme ad alcune delle mie chicche preferite. Tre giorni non sono abbastanza per vedere tutto quello che San Francisco ha da offrire, ma sono abbastanza per averne un assaggio.
Giorno 1: Fisherman’s Wharf, Telegraph Hill, Chinatown, North Beach
Mattina: caffè al Ferry Building, passeggiata lungo i Filbert Steps, visita alla Coit Tower, discesa a Chinatown
Ferry Building e i moli
Partiamo dal Ferry Building (fermata BART Embarcadero), la porta d’ingresso della città prima che venissero costruiti i due ponti che la uniscono al resto della baia.
Questo infatti una volta era un hub importantissimo, paragonabile al Grand Central Terminal di New York: pensa che nel 1920 circa 22 milioni di passeggeri venivano trasportati dai traghetti della Southern Pacific.
La giornata non può che partire da un buon caffè americano da Peet’s Coffee, che troverai vicino alla passeggiata lungo il molo. La catena è stata fondata nel ’66 da Alfred Peet a Berkeley, a qualche miglio da dove ti trovi ora, ed è proprio da lui che nel ’71 Schultz prese l’idea per la sua piccola e sconosciuta catena di caffetterie, Starbucks.
Sei pronto? Esci dal Ferry Building e sali su uno di quei tram storici da tutto il mondo che percorrono la strada lungo la costa, appunto, l’Embarcadero (linea F – direzione Wharves). Se ti va di fortuna, potresti trovarti su un vecchio tram milanese con ancora le targhe alle finestre che dicono “Vietato sputare”.
Scendi alla fermata Embarcadero & Greenwich St. Lasciati l’acqua alle spalle e prendi la Filbert Street, prosegui oltre la Levi’s Plaza sulla destra, fino all’incrocio con la Sansome.
Telegraph Hill, Filbert Steps, Coit Tower
Ecco, questo è uno dei miei luoghi preferiti in città: siamo a Telegraph Hill, più precisamente all’inizio dei Filbert Steps che ti porteranno in cima fino alla Coit Tower.
San Francisco è costruita su 43 colline: questo fa sì che ci siano centinaia di scale in tutta la città, larghe diversi metri o solo abbastanza perché ci passi una persona. Tutte sono speciali, ma secondo me solo una ha la capacità di sottrarti alla metropoli e portarti in un mondo da fiaba, e questa è i Filbert Steps. Riesci a sentire, mentre sali, il profumo dei nasturzi, del finocchio e delle more?
Una curiosità: l’atmosfera magica che trovi è merito di un folletto di nome Grace Marchant, che ottenne dalla città il permesso di bruciare metri cubi d’immondizia (ci vollero tre giorni!), per far spazio a quelli che ora sono i giardini di Filbert.
Continuando a percorrere gli scalini in salita, sarai arrivato – evviva! – in cima alla collina.
Se ci fosse stata un’eruzione a San Francisco, questo è il diamante che sarebbe salito in superficie. Non sei nemmeno nel punto più alto della città, ma sei certamente nel suo luogo più puro e più intimo, abitato da appassionati conservazionisti e pappagalli verdi.
La Coit tower è una torre in cemento costruita negli anni Trenta in stile Art Deco, ed è un regalo alla città da parte dell’eccentrica Lillie Hitchcock Coit (te ne parlerò ancora!). Vale la pena salire in cima alla torre per godere di un panorama a 360 gradi della città, dai moli a nord, ai grattacieli di downtown, al vertiginoso sali-scendi della vicina Russian Hill. Se la giornata è bella, dovresti vedere il famoso tratto serpentino di Lombard Street in lontananza, in direzione ovest.
Chinatown
Prendi il bus 39, che attraversa il quartiere storico italiano di North Beach fino alla Union. Da lì prendi il 30, che percorre verso sud la Stockton St. fino all’incrocio con la Sutter. Vai a piedi sulla Grant avenue, un isolato a est.
Eccoti all’ingresso di Chinatown, ben visibile grazie al Dragon’s Gate qui installato nel 1970. La via su cui ti trovi è la più turistica del quartiere, ma se provi a grattare sotto la superficie ti accorgerai delle piccole vecchiette che vanno a fare la spesa, o dei nonni che passano a prendere i bambini all’asilo e poi li portano a Portsmouth Square. Non pensare che Chinatown sia tutta finta: certo, una buona parte è stata costruita per attirare turisti, ma ancora tantissimi cinesi vivono qui, eredi di quegli immigrati arrivati nell’Ottocento per lavorare alla ferrovia transcontinentale.
Ci sono diversi luoghi interessanti qui: la St. Mary’s Church, per esempio, è la prima cattedrale della California, costruita con granito importato dalla Cina quando nella San Francisco post- corsa all’oro non c’erano abbastanza materiali da costruzione; vale la pena, anche, visitare la Chinese Historical Society of America, ospitata in un bellissimo edificio progettato dalla celebre Julia Morgan. Ma credo il modo migliore per godere di questo quartiere sia perdersi nei suoi vicoli: un tempo erano il regno delle prostitute e delle sale da oppio, oggi ci troverai alcuni tra i ristoranti più autentici della città. In Ross Alley, visita la fabbrica di fortune cookies, molto turistica ma comunque interessante.
Pranzo alla Hunan Home’s
Per pranzo, potresti fermarti da Hunan Home’s sulla Jackson, dove il cameriere ti insegnerà come mangiare i peperoncini senza morire.
Pomeriggio: la North Beach della Beat Generation
Dopo pranzo, cammina verso la Columbus – la strada che anarchicamente taglia in diagonale il classico grid statunitense. Sei nel quartiere di North Beach, colonna portante della vecchia comunità italiana, riconoscibile dalla nostra bandiera dipinta su tutti i pali dell’elettricità.
Una volta North Beach era davvero una spiaggia: oggi è invece un quartiere pittoresco, perfetto da girare a piedi in un pomeriggio soleggiato dopo aver bevuto un espresso allo storico Caffè Trieste che dà su Washington Square, qui fondato nel 1956 e presto divenuto un punto di ritrovo di artisti e intellettuali appartenenti al movimento chiamato Beat generation. Oggi la catena è gestita dal nipote del fondatore Giovanni Giotti.
Non perderti la libreria City Lights, sulla Columbus: una mecca per gli amanti di questo movimento letterario statunitense, ma che rimane rilevante anche oggi per un’attenta selezione di poesia, letteratura dal mondo e riviste alternative della West Coast. Al piano di sopra c’è quello che era una volta lo studio di Lawrence Ferlinghetti. Subito fuori dalla libreria, sulla destra, troverete il Vesuvio café, uno dei bar preferiti da Jack Kerouac & co. (loro, di bar, se ne intendevano).
Cena da Original US Restaurant / The Stinking Rose / Maykadeh
Se vuoi provare un’esperienza squisitamente italoamericana (ma, per favore, niente fettuccine Alfredo!), posso consigliarti due locali particolari. Il primo è lo storico Original US Restaurant, fondato nel 1890 (!) e recentemente comprato dal vicepresidente dei Giants.
In alternativa, i palati più indomiti possono dirigersi al The Stinking Rose, apprezzato da decenni sia da locali che da turisti – ma attenzione, tutto è a base di aglio (ecco perché quel “stinking”).
A chi invece vuole provare qualcosa di originale e decisamente poco italiano, consiglio invece il Maykadeh: la comunità persiana di San Francisco è molto nutrita e troverete spesso in questo locale uomini e donne iraniani che festeggiano il compleanno dei nonni. Da provare il Khoresht fesenjan se amate le noci e il melograno.
Sera: Beach Blanket Babylon al Club Fugazi
Infine, vai al Club Fugazi per il Beach Blanket Babylon, un misto tra musical e stand-up comedy che diverte i sanfranciscani da generazioni con le sue battute graffianti sui politici e le celebrità del momento. È uno spettacolo molto famoso, è quindi consigliabile prenotare i biglietti qualche settimana prima.
Lo show serale è alle 20 o alle 21.30, ma ricordatevi che siccome al bar servono cocktail, se avete dei minorenni con voi dovrete per forza assistere allo spettacolo pomeridiano.
La nostra prima giornata insieme è finita. Buoni sogni sanfranciscani!
Elena.